prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.
Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.
Amor condusse noi ad una morte:
Caina attende chi a vita ci spense."
(Inferno, Canto Quinto)
(Inferno, Canto Quinto)
Storie di un amore efferato che si sporca le mani di una passione incontenibile, storie di un amore che fugge nel buio della notte osteggiato dalla famiglia e dal fato, contro perfidi rivali e un mondo in tumulto incapace di capire e di perdonare, storie di un amore votato alla morte sin dalla sua nascita che pretende tutto e non risparmia niente mischiando la realtà alla leggenda, la fiaba al mito, passato e presente: se ogni generazione ha i suoi Romeo e Giulietta e Paolo e Francesca, la regista francese Valerie Donzelli (La Guerra è dichiarata) aggiunge alla rosa degli amanti impossibili tanto favoriti da cinema e letteratura anche Marguerite e Julien, andati incontro alla peggiore delle morti nel lontano 1603 e tristemente dimenticati da poeti e menestrelli.
Che questa coppia di giovani sfortunati non ci rammenti nulla è più che normale: figli del Signore di Tourlaville, Marguerite e Julien De Ravalet erano fratello e sorella, uniti da un amore incestuoso che agli occhi dei loro contemporanei era la macchia di un peccato senza' assoluzione che li condusse dritti alla decapitazione e una quieta sepoltura che non osa pronunciarsi sulla loro vergogna; nel tentativo di restituire al racconto lo smalto della Leggenda, la Donzelli sceglie di sradicare la vicenda dalla sua naturale collocazione storica per spostarla in un tempo senza tempo, centrifugato di etichette e modus operandi seicenteschi con mode e tecnologie della nostra contemporaneità; così, attraverso la voce di un gruppo di ragazzine che inganna la paura per i bombardamenti di quella che sembrerebbe essere la Seconda Guerra Mondiale(?), la narrazione prende vita presentandoci i due protagonisti sin da bambini uniti da un affezione platonica e pur già ritenuta eccessiva, destinata a trasformarsi in passione sotto gli occhi sgomenti di familiari e servitù.


Note:
La sceneggiatura originale del film riscoperta dalla Donzelli fu scritta per François Truffaut: rimane il rimpianto di non sapere cosa avrebbe potuto fare il regista di Jules e Jim e Le Due Inglesi con un tale soggetto, palesemente nelle sue corde.